La Neuroriabilitazione cognitiva
La Neuro-
riabilitazione cognitiva
L’ictus cerebrale è un incidente sempre più frequente e colpisce una popolazione sempre più giovane. È un evento drammatico e complesso allo stesso tempo e come tale, cela dietro di se molte informazioni scorrette.
Continua nella lettura, perchè verranno trattati alcuni argomenti dell’ictus cerebrale, di fondamentale importanza che purtroppo troppo spesso non vengono detti a pazienti e familiari ma che sono essenziali a nostro parer per un recupero ottimale del gesto /movimento.
L’ictus cerebrale. È un evento drammatico che richiede una assistenza riabilitativa di qualità, purtroppo però i problemi dell’ictus cerebrale vengono troppo spesso mal valutati e di conseguenza non vengono trattati in modo adeguato.
Ricordati e tieni a mente questa frase:
“L’ictus cerebrale danneggia il cervello e nel cervello ci sono le funzioni cerebrali, non i muscoli! La riabilitazione da ictus cerebrale deve recuperare il movimento attraverso le funzioni cognitive alterate, non attraverso il rinforzo muscolare”
Ictus cerebrale è il nome che si dà ad un danno che è avvenuto al cervello. Come sai il cervello come tutti gli organi del nostro corpo, ha bisogno di nutrimento che viene assicurato attraverso il flusso sanguigno. L’ictus cerebrale si manifesta quando il trasporto del nutrimento attraverso il sangue viene interrotto.
VUOI FISSARE UNA VISITA?
Visita la pagina dei contatti per sapere gli orari degli ambulatori, i numeri da chiamare e conoscere l’indirizzo email a cui scrivere.
QUESTA INTERRUZIONE PUÒ ESSERE CAUSATA DA:
Ischemia: interruzione del flusso sanguigno a causa di una ostruzione, e mancato nutrimento di alcune cellule cerebrali che prive di ossigeno e nutrimento muoiono.
Emorragia: rottura di una arteria con conseguente inondamento e soffocamento di alcune zone del cervello.
In entrambi i casi alcune zone del cervello vengono danneggiate e con loro quelle funzioni che erano chiamate a svolgere.
CONSEGUENZE ICTUS CEREBRALE?
In seguito ad un ictus cerebrale avviene molto spesso la paralisi una metà del corpo, emiparesi o emiplegia. Oltre all’impossibilità di muovere la metà parte del corpo, molto spesso chi è colpito da ictus, vive la difficoltà di percepire quella parte del corpo (perdita della sensibilità).Nei casi più gravi abbiamo.
PERCHÈ SI BLOCCANO I MUSCOLI?
“ il comando il cervello lo manda giusto ma i muscoli non rispondono …”
Questo è quello che generalmente viene da dire dopo un ictus cerebrale, perché i muscoli sembrano davvero bloccati!
MA LA VERITÀ È UN’ALTRA COSA …
L’ictus cerebrale, non colpisce i muscoli, ma le funzioni mentali e cognitive che ne permettono il movimento.
È un argomento complesso, ma vi invito a ragionare, prendendo come esempio te stesso:
SE SEI IN GRADO DI MUOVERTI È PERCHÈ:
- Percepisci il tuo corpo
- Prevedi le conseguenze del movimento
- Dirigi l’attenzione alle varie fasi del movimento e del corpo
- Pianifichi il movimento in base alle tue esigenze
- Risolvi i problemi in modo rapido ed efficace
- Trasformi lo spazio che ti circonda in movimenti da effettuare
Queste sono le funzioni cerebrali che vengono danneggiate da un ictus, è per questo che il corpo non si muove, non perché sono bloccati i muscoli.
Il motivo invece per il quale viene paralizzata solo una parte del corpo, sta nel fatto che il cervello è composto da due emisferi, ciascuno dei quali ha il compito di organizzare i movimenti del lato opposto del corpo.
MUSCOLI FLACCIDI E MUSCOLI SPASTICI
Questo argomento è fondamentale per scegliere correttamente la giusta riabilitazione da effettuare.
Immediatamente in seguito all’ictus i muscoli di una metà parte del corpo, sono completamente flaccidi, non si muovono e si mostrano inerti, poi invece dopo qualche settimana iniziano a diventare spastici, ovvero si induriscono, irrigidiscono ed aumentano il tono (ipertono).
PERCHÉ?
Dopo un ictus il nostro sistema nervoso va in “corto circuito” in “shock”, per questo non sono presenti neanche i riflessi, tutti i circuiti si fermano, è come se il nostro organismo decidesse di mettersi a riposo forzato, per evitare di sovraccaricare il cervello questo si chiama DISCHIASI.
Purtroppo molto spesso le esigenze di tempo negli ospedali e nelle cliniche convenzionate, che hanno giorni e risorse contate, spingono gli operatori sanitari a non rispettare i tempi del nostro organismo forzando i tempi di recupero e non andando alla solita velocità della DISCHIASI.
Per questo chi ha subito un ictus si trova ad essere messo troppo precocemente in piedi e spinto a camminare quando ancora l’organismo non è pronto per reimpostare lo schema motorio più giusto.
Allora in questi casi, inizia a sorgere un elemento patologico che sarà davvero difficile contrastare in futuro: la spasticità.
Ogni qual volta che in seguito ad un ictus si è chiamati a svolgere un compito troppo complesso rispetto alle reali possibilità, il nostro organismo risponde con questo elemento patologico di difesa.
Una storia di tutti i giorni. Sono sicuro che la conosci …
Passano i primi giorni in rianimazione e la nostra metà del corpo è completamente “morta”, siamo ancora frastornati dal colpo che abbiamo subito, iniziamo a fare fisioterapia, il fisioterapista ci muove gli arti e ci chiede di sforzarci a muoverli noi stessi, ma ancora niente.
Facciamo esercizi di rinforzo e proviamo a camminare, all’inizio abbiamo bisogno di molto sostegno e la gamba la trasciniamo in avanti, poi pian piano iniziamo ad alzare il fianco per portare avanti la gamba che in aria disegna quasi un giro, (alcuni la chiamano andatura falciante), gli esercizi di rinforzo continuano, se provo a muovere il braccio, non è più morto! La mano si chiude il gomito si flette e a volte la spalla si alza, certo non è quello che voglio fare ma che importa almeno qualcosa si sta svegliando, il resto si sveglierà in seguito, a poco importa anche se dopo che provo a fare questo movimento o quando cammino poi il braccio e la gamba rimangono rigidi per un po’.
La fisioterapia continua, quando cammino ho bisogno che il fisioterapista mi sostenga meno, ma il piede arriva a terra di punta e di lato, a volte rischio di cadere, il braccio ormai è quasi sempre piegato al gomito e la mano sta tutto il giorno chiusa, forse si rilassa solo quando sto a letto, i medici mi dicono che dobbiamo ridurre l’ipertono e che per fare questo devo fare delle iniezioni di botulino, e dovrei mettere un sostegno sotto il piede per camminare meglio (una molla). Il botulino inizia a fare effetto il gomito si rilascia e la mano sembra più aperta, la molla alla caviglia mi permette di arrivare a terra con il tallone, ma la gamba dura mi inizia a fare male e riesco a camminare sempre meno, anzi non ho tanta voglia di camminare perché mi sembra di zoppicare di continuo e non mi sento molto sicuro, poi che strano, è passato solo qualche mese ed il braccio si è indurito come prima, anzi mi sembra di sentirlo più duro, mi dicono che dovrò fare altro botulino …
Se sei capitato in questa pagina è perché in qualche modo hai a che fare con il dramma dell’ictus cerebrale, o in prima persona o perché un tuo caro ne è stato colpito, in questa breve cronologia trovi come purtroppo generalmente vanno le cose.
Immagino che ora tu ti stia chiedendo una cosa molto semplice: “ma se il botulino e la molla servono a ridurre l’ipertono e lo stesso ipertono è causato da una riabilitazione di rinforzo non adeguata per le lesioni cerebrali, non sarebbe meglio evitare a monte di farlo comparire?”
Esatto! bella domanda, ce lo chiediamo in molti, ma sembra che sia più comodo che le cose rimangano in questo modo e che il livello della riabilitazione rimanga basso. Perche’ compare la spasticita’?
L’ictus cerebrale non annulla la possibilità di muoverci, la altera. È come se il movimento abbia due padroni:
Il padrone cerebrale: con tutte le funzioni cognitive che lo rendono raffinato, variabile e preciso.
Il padrone midollare: che assicura perlomeno i riflessi e le contrazioni di base.
Immagina cosa avviene quando c’è un ictus ed il sistema nervoso centrale va in “corto circuito”, il movimento è ovviamente assente, come nella fase di flaccidità in cui i muscoli sembrano morti, poi lo shock inizia a regredire partendo dai circuiti più semplici che sono rimasti intatti, quelli del padrone midollare mentre il padrone cerebrale è ancora assopito. Il movimento in questo caso non sarà più assente ma sarà completamente regolato dai riflessi del nostro corpo(padrone midollare), questi vengono chiamati movimenti, ma di movimento hanno poco, sono la manifestazione della spasticità e dell’ipertono.
Quando camminiamo sollevando il fianco e raggiungendo il suolo con la punta del piede, non stiamo camminando, ci stiamo spostando, ed i movimenti elementari sono movimenti patologici. Quando vogliamo muovere il nostro braccio ed esce fuori sempre lo stesso movimento:
- Flessione del gomito
- Chiusura della mano
- Sollevamento della spalla
Non stiamo muovendo il braccio, almeno non secondo noi del morophè stiamo solo evocando contrazioni spastiche!
Purtroppo nell’immaginario collettivo c’è la speranza che più si cammina, anche se “sfalciando” e più prima o poi camminerò meglio, più provo a muovere il braccio e più il movimento diventerà raffinato: non è così ! Ma non c’è motivo che sia così, infatti più ci muoviamo evocando contrazioni patologiche e più rinforzeremo la patologia.
CHIAMA E FISSA UN APPUNTAMENTO
Per fissare un appuntamento, chiama il numero 346 75 65 509.
Trovi maggiori informazioni su orari e ambulatori nella pagina dei contatti.
Come comportarsi?
Se il movimento è controllato da due padroni e quello midollare, prende il sopravvento perché quello cerebrale è sotto “shock”, allora per recuperare quanto più possibile il movimento, dovrò recuperare le funzioni cognitive del padrone cerebrale !
I processi cognitivi alterati dal danno cerebrale che permettono di muoverci, sono:
v Attenzione
v Memoria
v Percezione
v Problem solving
v Trasformazioni di senso
vApprendimento e Pianificazione gesto RIABILITAZIONEICTUSCEREBRALE
Finchè la fisioterapia dopo un ictus cerebrale sarà rivolta al solo rinforzo muscolare e nessuno dei processi cognitivi di cui sopra verrà coinvolto, allora, il recupero da ictus cerebrale, avrà le caratteristiche che ti ho raccontato prima, mentre se gli esercizi proposti avranno come contenuto, l’attivazione dei processi cognitivi, allora è possibile sperare di “sottrarre” alla natura quanto più recupero abbia messo a disposizione per noi.
La riabilitazione che negli ultimi anni si è rivelata più adatta alla cura dell’ictus cerebrale, è quella ideata dal Prof. Carlo Perfetti, nel corso degli anni è stata chiamata in diversi modi, ma quello più appropiato Esercizio Terapeutico Conoscitivo.
VUOI FISSARE UNA VISITA?
fisiokorto.it
Dott. Alberto Cortopassi